La sua radice è di carattere greco ed esprime quell’esperienza del misterioso, di ciò che ci supera, che non può essere raggiunto con l’intelligenza, che è un aspetto tipico di ogni esperienza umana, religiosa e non.
Questo termine, sopreattutto nella modernità, è venuto a significare la forza ispirativa delle ideologie, ad esempio la mistica di un’ideologia, di un partito, ecc. Il significato originale, rimane religioso, il termine è addirittura onomatopeutico, quella voce non più voce che esprime un’esperienza ineffabile perché Dio è lì.
Legato molto ai misteri pre-cristiani, non è diventato un termine biblico.
nella Bibbia non troverete questo termine, lo troverete subito dopo nella letteratura dei grandi padri della Chiesa. Ma al dilà del termine, non c’è dubbio che il significato è entrato pienamente nel cristianesimo e ci appartiene. La prima cosa che vorremo qui fare dunque è superare questa distanza di significato che ci pare di ravvisare tra noi e la mistica.
Nessuno si definirebbe un mistico. E sarebbe un errore non farlo! A ragion veduta. perché la condizione mistica, se si intende come quella di un uomo o di una donna che pensano , decidono, agiscono, sotto l’influsso attuale di Dio, in comunione con lui, se misticità significa questo, allora è evidente che ogni cristiano, ricco della grazia divinizzante, realizza precisamente questa situazione.