Anni preziosi quelli dell’adolescenza e della giovinezza. Non facili né per i giovani, né per i genitori se, quelli del Padre Celeste, non restano i primi interessi della vita..

Lettura:
Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza e la grazia di Dio era sopra di lui.
(Luca. 2,39-40)
Seconda lettura:
“L’Amore filiale: maturità umana e cristiana”.
(S. Teresa G.B. MB 262)

A Gesù piace mostrarmi il solo cammino che conduce alla fornace divina, cioè l’abbandono del bambino il quale si addormenta senza paura tra le braccia di suo Padre. “Se qualcuno é piccolo, venga a me”, ha detto lo Spirito Santo per bocca di Salomone, e questo medesimo Spirito d’Amore ha detto ancora che “la misericordia é concessa ai piccoli”.
In nome suo il profeta Isaia ci rivela che nell’ultimo giorno “ il Signore condurrà il suo gregge nelle pasture, raccoglierà gli agnellini e se li stringerà al cuore” e, come se tutte queste promesse non bastassero, lo stesso profeta, il cui sguardo s’immergeva già nelle profondità eterne, dice in nome del Signor: “Come una madre accarezza il figlio, così io vi consolerò, vi porterò in braccio e vi accarezzerò sulle mie ginocchia”. Oh madrina, cara, dopo un linguaggio simile non c’è che da tacere, piangere di riconoscenza e di amore.

    cerchiamo di crescere in saggezza e grazia fino a raggiungere la maturità umana e cristiana;
    scopriamo la preziosità del lavoro, della fatica, delle piccole cose e del “quotidiano”;
    “tutto é nulla, fuorché l’amore, che é eterno ( Teresa di Gesù Bambino)

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