Chi non lo constatata? Ci si sente a proprio agio durante i tempi privilegiati: Avvento, Natale, Quaresima, Settimana Santa, Pasqua.

Si prova invece un certo fastidio durante il tempo “ ordinario ” .

Forse l’uomo moderno, oppresso dal grigiore quotidiano, conserva una segreta nostalgia dei momenti importanti e della festa dai quali é invitato e provocato a vivere con intensità e verità… Forse per questo non desideriamo essere donne e uomini ordinari che hanno di fronte le responsabilità o i mille doveri quotidiani.  Un po’ come i tre apostoli della Trasfigurazione o i due discepoli di Emmaus vorremmo “ alzare una tenda” , arrestare i momenti e le ore essenziali e fuggire i momenti opachi.

E’ questa la difficoltà della vita cristiana: avere il coraggio di vivere la quotidianità di Dio e dell’uomo. Ricordarsi che la sorgente di tutti i nostri timori e di ogni peccato sta nella paura di vivere. Dimentichiamo troppo spesso l’ammonimento dell’Ascensione: “ E’ bene per voi che me ne vada”; dimentichiamo la

ordinaria; ma fondata su un’audacia del vivere che rivelava la potenza dello Spirito, a causa dello spazio che in essa hanno riservato a Gesù e ai fratelli.

Il tempo delle domeniche ordinarie ci insegna a vivere il Giorno del Signore. Tempo nel quale riprendiamo fiato, poiché tutta la nostra vita è intessuta da un soffio:quello dello Spirito, che fa delle nostre vite, apparentemente ordinarie, un’offerta perenne per la gloria di Dio.

Pentecoste: lo Spirito, del quale abbiamo provato la fedeltà.

Lo Spirito ci spinge alla vita, al nutrimento, alla calma, all’orientamento.

Da lui attingiamo la qualità della vita. Allora perché. non renderci conto – faticosamente, è vero – che questo ordinario diventa straordinario, poiché attraverso il battesimo ci siamo rivestiti di colui che invia lo Spirito?

Quando si parlava di beatificare Teresa di Lisieux, una suora del Carmelo esclamò: “Ma lei ha fatto solo cose ordinarie!” . E’ il paradosso della santità semplice e povera incontra ogni giorno le beatitudini.  Il giorno della festa di Tutti i Santi, la Chiesa associa i santi famosi e “straordinari”  ai santi  sconosciuti . Vive così il paradosso prodotto dall’imprevedibilità dello Spirito.  Celebra coloro che, come noi, condussero una vita all’apparenza molto ordinaria; ma fondata su un’audacia del vivere che rivelava la potenza dello Spirito, a causa dello spazio che in essa hanno riservato a Gesù e ai fratelli.

Il tempo delle domeniche ordinarie ci insegna a vivere il Giorno del Signore. Tempo nel quale riprendiamo fiato, poiché tutta la nostra vita è intessuta da un soffio:quello dello Spirito, che fa delle nostre vite, apparentemente ordinarie, un’offerta perenne per la gloria di Dio.