Solo scrivere questa parola m’impressiona… è un soggetto senza limiti. Lo possiamo sentire in tanti modi diversi ed estranei gli uni dagli altri.
Chi crede penserà alla vita che si apre dal concepimento all’eternità perché chi crede e ha la fortuna di credere da cristiano, sa che dal quel momento è chiamato alla Vita, che sia sano o handicappato. La sua vita è voluta e orientata verso l’eternità nel seno del Padre.
Chi non crede può, a momenti, vedere la vita come il malore più grande che possa cadere a dosso ad uno che non ha chiesto niente a nessuno e si ritrova a dovere affrontare mille difficoltà il giorno e sofferenze impenetrabili, alternate con gioie fugaci…
Chi pensa che la vita sia limitata ai giorni che passiamo sotto il sole con una coscienza sana, può desiderare non starci più quando è ridotto allo stato di “légume” dalla malattia.
Chi crede, ha ricevuto il dono della fede e lo sa ospitare, non peccando in modo tale dal farlo scappare, vede tutto diversamente ma non per questo deve mettersi a giudicare chi non ha questo dono.
Carissimi lettori della Piccola Via, è ovvio per voi che fate parte di questi beati che credono e che in più conoscono Teresina, che siete chiamati all’eternità.
Io che ho fatto parte per tanti anni, otto in tutto, di quelli che “perdono” la fede, sono molto cauta nel sentire questa parola e siccome desidero parlare a tutti e non ad un’elite, vorrei che prendeste coscienza che tutto non sia rose fiore e blu azzurro!
La vita prima di tutto è e deve rimanere un mistero anche per te, guai a fare delle dichiarazione estasiate sulla vita senza sapere che trascina anche con lei delle terribile sciagure e ingiustizie.
Che cosa può pensare della vita uno che nasce nel sud (Non dell’Italia ma del mondo) nel cosi detto “quarto mondo”? Non quanto perché non conosce Gesù ma perché non ha neanche la speranza di sopravivere? Manca il cibo, manca l’acqua.
Che cosa pensa della vita un ragazzo nato ma non voluto dai genitori, buttato nelle immondizie di una metropoli, dove vivono tanti ricchi, che versano lacrimucce sulla miseria del mondo e non fanno niente per lui? Per chi ha freddo nella loro città, per chi non ha lavora, per chi non ha lo stesso colore di pelle e cosi via?
Che cosa può pensare della vita un adolescente innamorato di Gesù che si ritrova incanalato in una via religiosa dove si sa che si vive di benessere dietro porte ferree chiuse con sbarre lasciando fuori i miseri nel nome di una regola?
Cosa si può dire della vita quando si appartiene ad una politica che nega la vita, ne fa una cosa da regolare come per gli insetti, “tu sei inutile e ti ammazzò, non ti voglio e ti strappo del mio seno, … la mia libertà vuole che ti sopprima perché non mi va la tua presenza su questa terra.”
Vi ho fatto qui una minuscola lista di come si può intendere la parola vita in modo negativo.
Io, dalla mia capanna, benedico Dio ogni giorno per il dono della vita. Però faccio parte dei privilegiati e capisco con rispetto chi non la accetta e si dibatte dentro. Spesse volte ho vergogna d’essere cosi felice nonostante i dolori delle ossa e le altre, passate o presente inflittemi dalla vita stessa complicata che ho avuto!
Mi sento vergogna quando ho caldo in inverno, quando mi vedo davanti un piatto pieno di cose buone ogni giorno, quando so che mai Gesù mancherà alle sue promesse e avremo sempre se vuole lui di che vivere onestamente.
Ho vergogna di fare parte di una umanità paga, di essere chiamata “cristiana” in un mondo dove quasi nessun’ascolta il Signore. Dove siamo come una casta di benestanti affibbiata dal nome di cristiani, una casta che governa, giudica, decreta il giusto e il non giusto, che sa tutto, parla di tutto è sicura di tutto…
La vita per me rimane un mistero, non faccio parte di quelli che prendono alla lettera la Scrittura e ne fanno una lettura da “talebani”, negando l’evoluzione. Che un giorno questo scimmione arriva alla maturità e può ricevere la “neschamah hayim” che Dio ha insufflato nelle sue narici, questa scintilla di vita comune che abbiamo con Lui è una delle meraviglie che non fanno una piega nel mio cuore e benedico Dio per questo!
Che a questa nuova creatura cesellata da Lui, Dio abbia aperto, poco a poco, la coscienza alla sua conoscenza e alla comprensione del tutto, è una altra meraviglia! Le scoperte fatte dall’intelligenza, data all’uomo, le stelle e i loro nomi, la geometria, l’algebra, le scienze, la paleontologia che mi scopre i segreti del passato, tutto m’incanta, l’archeologia poi! Ma la poesia, la filosofia, il pensare e il criticare, l’elaborare e il pregare! L’elenco delle meraviglie non finisce mai!
O piuttosto si, finisce, con la parola la più preziosa: l’amare.
Poi l’arrivo di Gesù! la sua stravolgente semplicità e umiltà, il suo discorso radicale e la luce che sprigiona quando uno rimane ai suoi piedi!
O meraviglia della vita con te Amore,
con te Gesù,
con te Padre,
in te Spirito di Dio!
O meraviglia silenziosa…
Ma io, in dono, ho ricevuto senza nessun merito mio, la fede e la conoscenza di voi, o tesori dell’uomo!
Il Signore mi ha insegnato Lui stesso che la vita è preziosa e bella. Per farmelo capire ha impiegato tutti mezzi: lo splendore del cielo e la pace del tramonto, la mano del papa, le fuse di un gattino, la bellezza dello studio e l’allargamento della mente quando si apre alle conoscenze, la divina musica di Mozart, i fiori della primavera e le carezze dell’amore.
Poi crescendo negli anni la soavità della croce condivisa con Lui, l’Amore incarnato, che non manca mai, non tradisce mai, il Fedele, il Grande, l’infinitamente piccolo e umile Signore!
Grazie Trinità ineffabile
per il dono della vita.