Gli anni oscuri (1890-1893)




Crocifisso del chiostro, caro a Santa Teresa

Decisivi per la fase della maturità spirituale di Teresa sono i tre anni che vanno dagli ultimi mesi del 1890 fino al 1893. Questi anni sono vissuti prevalentemente nella kenosis interiore, in analogia con quelli di Gesù.


Questo tratto kenotico, non si limiterà solo a questo periodo, ma con intensità variabile, accompagnerà la Santa fino alla fine. Si afferma che la kenosis in senso improprio, registrata in Teresa è una delle più belle risposte ecclesiali che si siano mai offerte alla kenosis divina, attraverso la via dell’Amore e dell’umiltà, come ci suggerisce San Paolo.

Dal punto di vista della mistica di S.Giovanni della Croce, gli anni dal 1890 al 1893 appartengono alla notte dello spirito. Lei vive in comunione con il Crocifisso risorto, in virtù del sacrificio pasquale e nell’oscurità dell’azione dello Spirito.

Le strutture della personalità umana sono sottoposte a una purificazione drastica, in vista della trasformazione e dell’unione con Dio. Il 19 ottobre 1892, nel mezzo di questo periodo, Teresa descrive la grazia del cuore vuoto per ricevere Gesù. (LT 137) Ci renderemo conto di come Dio sia all’opera nell’animo di Teresa, e continui la sua invasione.


Siamo nel contesto del ritiro, uno dei momenti cardine per una carmelitana; Teresa lascia trasparire la grazia di una conversione interiore, cioè un dono di Dio che opera in lei un cambiamento.

“Ecco ciò che ha operato Gesù durante il mio ritiro”. Ciò che Gesù realizza in questo ritiro è il superamento di una nuova soglia nella comprensione della vita mistica. Qual’è la natura di questo progresso spirituale? Siamo di fronte a un cambiamento del centro di gravità. Per grazia non solo acquisisce di discendere, ma in vista di ricevere Gesù nel suo cuore, decide liberamente di scendere dalle proprie sicurezze, di svuotare il suo cuore di se stessa.

Gesù Bambino del chiostro del Carmelo di Lisieux


Ma dove bisogna scendere? Per quale via accedere a questo luogo? E qui torna puntuale il riferimento alla nostra investigazione sul Volto Santo di Gesù e la sua passione.

Il punto di arrivo del discendere corrisponde esattamente al punto di abbassamento estremo dell’incarnazione del “Re dei re”, “Verbo divino”: la sua passione e la sua croce, l’ora dove “il suo viso era nascosto e che nessuno lo riconosceva”. Ma per quale via si giunge all’annientamento? Nascondendosi in Gesù, liberamente umiliato per la salvezza dell’uomo, letteralmente “svuotato” della sua gloria per riporla nell’uomo e attirarlo nella gloria del Padre. Questo svuotamento è possibile nella fede e nell’amore; in effetti non è che una risposta di grazia alla docilità di ciò che Gesù ispira. Teresa desidera che il suo cuore sia vuoto di se stessa affinché Gesù possa “posare la sua testa… e senta che lì è conosciuto e capito”…

Ecco i passaggi essenziali: “Ascoltiamo quello che Egli dice: “Affrettatevi a scendere, occorre che io oggi dimori a casa vostra”. Ma come? Gesù ci dice di scendere!… Dove dunque bisogna scendere? Celina, tu lo sai meglio di me, tuttavia lasciami dire dove noi dobbiamo ora seguire Gesù. Un tempo i Giudei domandavano al nostro Divin Salvatore: Maestro, dove abiti? ed Egli rispondeva loro: Le volpi hanno la loro tana, gli uccelli del Cielo i loro nidi, ma io non ho dove posare il capo.


Ecco fin dove dobbiamo scendere, per poter servire da dimora a Gesù: essere così povere da non aver dove posare il capo. Vedi, mia cara Celina, quel che Gesù ha fatto nella mia anima durante il ritiro. Tu capisci che si tratta di realtà interiori. D’altronde l’esteriore non è già ridotto a nulla, per la tanto dolorosa prova di Caen?… Nel nostro amatissimo Padre, Gesù ci ha colpite nella parte esterna più sensibile del nostro cuore, adesso lasciamolo fare! Egli saprà concludere la sua opera nelle nostre anime.
Quel che Gesù desidera è che noi lo accogliamo nei nostri cuori, senza dubbio sono già liberi dalle creature, ma ahimè, io sento che il mio cuore non è ancora del tutto libero da me stessa ed è per questo che Gesù mi dice di discendere…Lui, il Re dei re, si è talmente umiliato che il suo viso era nascosto e nessuno lo riconosceva!… Anch’io voglio nascondere il mio viso, voglio solo che il mio Diletto possa vederLo, che sia solo Lui a contare le mie lacrime, che almeno nel mio cuore possa riposare il suo amatissimo capo ed Egli possa sentire che lì è conosciuto e compreso!…” (LT 137) Teresa desidera essere il domicilio di Gesù, comunicare al mistero della sua stessa kenosis, lasciandosi docilmente condurre per questa via cristiforme.



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