Io sono il Gesù di Teresa
Le due immagini del Breviario di S.Teresa, da lei composte , risalgono probabilmente all’estate del 1896; è possibile siano state confezionate nel famoso Ritiro dal 7 al 18 settembre, tempo in cui, come sappiamo, scrisse la lettera alla sorella Maria (Ms C).
L’icona di Gesù Bambino
Il titolo delle due immagini è la risposta del “fanciullo” incontrato un giorno da Teresa d’Avila in un chiostro. La Santa di Avila, ha sotto gli occhi un Bambino di circa 10 anni: con l’indice sinistro indica il suo cuore, mentre punta il destro verso il cielo; quest’ultimo dettaglio commuove Teresa che si trova in piena crisi di fede. Ella terrà l’immagine davanti ai suoi occhi nell’infermeria.
Nella preghiera chiede di abbandonarsi ai suoi capricci, perché conserverà vivo fino alla fine il desiderio di far piacere a Gesù, nell’intento di farlo sorridere; infatti nell’immagine che ha sotto gli occhi, Gesù non sorride. Infine le “umili virtù” a cui allude la Santa, non sono le sdolcinature, ma le virtù opposte all’orgoglio demoniaco denunciato da Lucifero, poco prima, nel Trionfo dell’Umiltà, ricreazione del giugno del 1896. Il giorno della sua nascita al Cielo, il “die natalis”, manifesta la speranza di entrare in Paradiso, il giorno della sua morte, senza passare attraverso l’esperienza del purgatorio. Testimonianza ulteriore che Teresa si sta totalmente cristificando.
L’icona del Volto Santo
Tanto le sono ormai nel cuore questi due Volti, che oltre a tenerli sempre con sé, desidererà farsi fotografare con essi, benché ormai allo stremo delle forze, in quel 7 giugno 1897. Suor Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, considera come un tesoro prezioso aver ricevuto questo nome. Come ai primi tempi della sua entrata al Carmelo, desidera pregare per la “conversione dei poveri peccatori”, ma soprattutto per la santità delle anime consacrate che troppo spesso dimenticano il Volto Adorabile del loro Salvatore.
“O volto Adorabile di Gesù, unica bellezza che rapisce il mio cuore”… A forza di contemplare il viso di Gesù, Teresa spera di rassomigliargli perfettamente o piuttosto di essere trasfigurata nella sua immagine. Fa sue, le considerazioni di S.Giovanni della Croce: “Fatemi la grazia di trasformarmi talmente nella vostra bellezza e di diventare così perfettamente simile a Voi, che ci possiamo contemplare l’un l’altro in questa bellezza divina”.
La preghiera poi fotografa lo stato d’animo di Teresa immersa nella prova: “…Accetto quaggiù di non sentire… di non vedere…”. Per Amore accetta di essere privata delle manifestazioni sensibili dell’Amore; ma ben presto, nel Cielo, lei vedrà il Volto “luminoso” del suo adorabile Diletto, la “dolcezza” del suo sorriso, intenderà il “dolce suono della sua voce” e riceverà l’eterno bacio della sua Bocca adorata”.
Sotto ciascuna immagine Teresa ha inoltre trascritto la risposta del “ragazzino” incontrato da S. Teresa d’Avila nel suo chiostro: “Io sono il Gesù di Teresa”.