La mistica teresiana del Volto Santo




Casula dipinta da Santa Teresa.

L’intento di questo studio era di conoscere le profondità dei “segreti del Re” trasmessi a Teresa, e cantare con lei le “misericordie del Signore”, rilevabili soprattutto nel Volto sofferente del suo Diletto.

L’Umiltà di Gesù, espressione della sua “follia d’amore” per gli uomini, resta per Teresa una grande luce; la forza di Gesù, Verità trascendente, sta proprio nella sua umiltà. La Verità dell’Amore Divino manifestatasi nella povertà del Presepe e ancor di più nell’annientamento della Croce, ha letteralmente sedotto Teresa, suscitando in lei il dono di sè a Gesù, assetato d’Amore.

Teresa ha compreso molto bene che l’umiltà di Dio consiste in uno scambio kenotico, dove Dio dona il “tutto” per ricevere il “niente” della creatura; lei dona a Gesù la sua povertà e debolezza per ricevere tutto il suo Amore.

Uno dei testi più significativi che ravvisano questo aspetto contemplativo è la lettera a Suor Maria del S.Cuore, la sorella:
“O Verbo Divino, sei Tu l’Aquila adorata che io amo e che mi attira, sei tu che slanciandoti verso la terra d’esilio hai voluto soffrire e morire per attirare le anime fino in seno all’Eterno Focolare della Trinità beata, sei tu colui che risalendo verso l’inaccessibile Luce che ormai sarà la tua dimora sei tu che ancora resti nella valle di lacrime nascosto sotto le apparenze di una bianca ostia… Aquila Eterna, vuoi nutrire della tua divina sostanza me povero piccolo essere, che rientrerebbe nel nulla se il tuo divino sguardo non mi donasse la vita in ogni istante… O Gesù ! Lasciami nell’eccesso della mia riconoscenza, lascia che ti dica che il tuo amore arriva fino alla follia…Come vuoi davanti
a questa Follia, che il mio cuore non si slanci verso di te? Come la mia fiducia potrebbe avere dei limiti?” (Ms B 5 v°
). Teresa fa riferimento al passo biblico di S.Paolo ai Filippesi (2, 6-11) per sottolineare l’umiltà di Gesù.

E ancora: “… nostro unico desiderio è di assomigliare al nostro Adorato Maestro che il mondo non ha voluto riconoscere, perché Egli si è annientato, assumendo la forma e la natura di servo”. (LT 201) Nuovamente nella sua prima Ricreazione: “L’Eterno, il Verbo uguale al Padre, assumendo la misera umanità, rigenerò l’intera sua opera per la sua profonda umiltà” (RP 1, 6-7).


Teresa riconosce la “bellezza nascosta” nella profonda umiltà di Gesù, “Potente Monarca dei Cieli”, contemplandola nel suo Volto Santo. La sua vita si è consumata in un faccia a faccia con il buon Dio nella fede.

Possiamo rilevare alcune idee di fondo: Teresa innanzitutto, resta stupita dall’insondabile amore di Gesù per gli uomini; il Suo viso sofferente ne è la perfetta e patetica manifestazione. In linea con il messaggio di Sr. Maria di S. Pietro, con una nota sponsale molto più evidente, Teresa desidera riparare gli oltraggi di questo amore beffeggiato; ma è prima di tutto consolando lo Sposo, che Gesù, è presente e dimora nel suo cuore.

Altro aspetto che domina la sua pietà, nutrita dal culto del Volto Santo, è la reazione di un particolare “pathos” verso la sua passione; Teresa è fermamente risoluta a “consolare“ Gesù, a “estinguere la sua sete d’Amore”, a “rendergli amore per amore” “salvandogli le anime”, con una “vita consumata nell’amore, nella preghiera e nel sacrificio”.


E per ultimo, l’aspetto più prezioso del suo attaccamento al Volto Santo, quello che racchiude in sé il segreto della continua offerta: la contemplazione delle “bellezze nascoste” di Gesù umiliato nel compimento della sua opera di salvezza; tutto ciò genera in Teresa, un irresistibile desiderio di assomigliargli, decentrandola, per così dire, da se stessa.
“O Volto Adorabile di Gesù, sola Bellezza che fa gioire il mio cuore, degnati di imprimere in me la tua Divina Somiglianza, affinché tu non possa guardare l’anima della tua piccola sposa senza contemplare Te Stesso” (Pr 16, estate 1896).

“I misteri d’amore dei tesori nascosti nel Volto dello Sposo” manifestano a Teresa la grandezza e l’ineffabile saggezza dell’umile amore di Gesù che dona la vita donando la sua vita. Da Gesù imparerà a vivere nascosta fino ad essere dimenticata.

Teresa assimilata a Gesù nella sua Passione, riceve dalla contemplazione del Volto Santo il suo vigore spirituale e la sua saggezza teologica. Infatti il Volto pasquale del Verbo Divino è il punto focale predominante della sua vita in Gesù.

Senza alcun dubbio, la “devozione al Volto Santo” non è un episodio della vita spirituale della Santa, ma un elemento costante e illuminante della sua dottrina spirituale. Dunque il Volto sofferente di Gesù è un luogo teologico, il più vistoso nel pensiero teresiano.

Potremmo lasciare una domanda a chi ci ascolta! Si può tentare di definire Teresa di Lisieux, senza per questo essere riduttivi, mistica del Volto Santo di Gesù?




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