Le grandi grazie apostoliche dell’estate 1887



La notte della mia conversione

Siamo quasi alla fine del 1886 e la giovane Teresa ormai quattordicenne, si scorge ancora piuttosto infantile, “molto imperfetta, veramente insopportabile per la sua grande sensibilità, piange… e piange poi per aver pianto…”.

Occorrerà l’intervento di Gesù Bambino nella notte del 25 dicembre 1886, il Dio forte e potente, per trasformarla, e così introdurla nell’Infanzia evangelica. Gesù opera in lei una prodigiosa trasformazione, che sancisce definitivamente la sua conversione e la sua adesione definitiva a Lui e al suo Amore.
Caminetto della notte di Natale 1886

Caminetto della notte di Natale 1886

Una lettera al P. Rouland del 1 novembre 1896 ce lo ricorda: “La notte del Natale 1886, fu veramente decisiva per la mia vocazione, ma per meglio dire, devo chiamarla: la notte della mia conversione. In questa notte benedetta … Gesù che si fece bambino per Amore per me, si degnò di farmi uscire dalle fasce e dalle imperfezioni dell’infanzia. Mi trasformò in tal modo che io stessa non mi riconoscevo più.” (LT 201)


Vogliamo sottolineare che la conseguenza di questa grazia, è la parola di Dio, che come un seme può liberamente e potentemente nascere. Contattata da Gesù con il “bacio di amore” ricevuto nella sua Prima Comunione, in questa “notte di luce” viene liberata nelle sue potenzialità.


Fa riecheggiare le armonie redentrici del Redentore: “Gesù fece di me un pescatore d’anime, sentii un gran desiderio di lavorare per la conversione dei peccatori, desiderio che non avevo mai sentito così vivamente… sentii la carità entrarmi nel cuore, il bisogno di dimenticarmi per fare piacere e da allora fui felice”. (Ms A 45 v°)


Il Natale 1886 segnerà per lei non solo una maturità umana, ma sarà attraversata dal dinamismo evangelico del dono ricevuto: il dono della carità, che tende alla salvezza e alla bontà verso tutti.


Il risveglio della passione per le anime


Durante il mese di luglio 1887, Teresa vive un avvenimento di grande portata spirituale, che segue la sua “conversione” di Natale.

Immagine composta da S. Teresa

Immagine composta da S. Teresa

L’avvenimento indica un progresso considerevole nel suo cammino, circa il mistero della penetrazione del Volto Santo: “Una domenica guardando una fotografia di Nostro Signore in Croce, fui colpita dal sangue che cadeva da una delle sue mani Divine, provai una grande pena pensando che quel sangue cadeva a terra senza che nessuno si affrettasse a raccoglierlo, e decisi di rimanere in spirito ai piedi della Croce per ricevere la Divina rugiada che ne scorreva, comprendendo che avrei dovuto in seguito spanderla sulle anime…

Anche il grido di Gesù in Croce risuonava continuamente nel mio cuore: “Ho sete!” Queste parole accesero in me un ardore sconosciuto e molto vivo.. Volevo dar da bere al mio Diletto e mi sentivo divorata io stessa dalla sete delle anime… Non erano ancora le anime dei sacerdoti che mi attiravano, ma quelle dei grandi peccatori, bruciavo dal desiderio di strapparle alle fiamme eterne…” (Ms A 45 v°).

Il mistero dell’Amore del Salvatore prosegue la sua invasione mistica nell’animo di Teresa, catturando la sua attenzione nella mano inchiodata della foto del Crocifisso che sporge da un libro di preghiere. Ciò che colpisce maggiormente il suo animo è “il sangue che cade” e il pensare che cade a terra senza che nessuno lo raccolga.

Teresa è come incorporata nel mistero del Redentore; essa vibra dello stesso grido che Gesù ebbe sulla Croce; questo grido è immediatamente interpretato come grido d’Amore, in cerca di anime: “Ho sete!”. La sete di Gesù sveglia in Teresa una sete fino ad allora sconosciuta: la sete delle anime, il desiderio di unirsi con tutto il suo essere al gesto salvatore del suo Sposo. Teresa decide di dimorare ai piedi della Croce di Gesù, luogo vitale del Corpo Mistico di Cristo, la Chiesa, il cui Cuore batte in sintonia con il Cuore del Crocifisso.

Si può definire questa attitudine eminentemente “mariale” . La grazia di Natale e la grazia dell’estate 1887, donano alla nostra Santa, una maturità integrale: equilibrio umano e pienezza spirituale.

Teresa a 13 anni

Teresa a 13 anni

Queste due grazie poi non vanno disgiunte dalla sua Prima Comunione, giorno in cui senza dubbio, ella aveva ricevuto il “bacio d’Amore di Gesù” e il suo incontro con Lui era stata una “fusione”. Si può dire che fino alla notte luminosa, lei resta “davanti a Gesù” e con la grazia di Natale, lei “entra in Gesù”.

La sua conversione diviene completa, non solamente perché ripiena della Forza Divina per cui la “carità entra nel suo cuore con il bisogno di dimenticarsi per sempre”, ma piuttosto perché i “peccatori” fanno irruzione nella sua vita mistica, s’incorporano e non ne usciranno mai più.




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