Postulandato e Noviziato



a) “Il 9 aprile fu scelto per la mia entrata”

(9 aprile 1888 – 8 settembre 1890) “La faccia insanguinata di Gesù scoperta attraverso la grande prova familiare”

Porta della clausura del Carmelo. Teresa la varca il 9 aprile 1888.

Porta della clausura del Carmelo. Teresa la varca il 9 aprile 1888

L’entrata di Teresa al Carmelo apre una tappa capitale per il nostro studio: Teresa di Gesù Bambino sta scoprendo dall’interno, il mistero del Volto Santo. Avendo già considerato l’influsso della devozione al Volto Santo mutuato dall’ambiente familiare e continuato da Sr. Agnese, l’elemento decisivo di questa scoperta è la malattia di suo padre che lei chiamerà “nostra grande ricchezza”.


Louis Martin aveva generosamente accettato la vocazione religiosa della “sua piccola regina”, quarta delle sue figlie, a intraprendere il cammino della clausura. Una sua lettera del 9 aprile 1888 testimonia: “Teresa, la mia piccola Regina, è entrata ieri al Carmelo, Dio solo può esigere un tale sacrificio, ma egli mi aiuta così tanto che sia pur in mezzo alle lacrime, il mio cuore sovrabbonda di gioia”.

In effetti L. Martin fa grossi passi nella fede, tanto che in lui matura la dinamica dell’offerta. Teresa rileva frequentemente la generosità del padre, impregnata di fede evangelica.


Ecco una lettera a l’Abbé Bellière, dove si sintetizza tutto ciò: “Il Buon Dio mi ha dato un padre e una madre più degni del cielo che della terra. Essi chiesero al Signore di dare loro molti figli e di prenderli con Sé. Questo desiderio fu esaudito: quattro angioletti volarono nei Cieli e le cinque figlie rimaste nell’arena presero Gesù per Sposo.

Teresa a 15 anni

Teresa a 15 anni




Fu con un coraggio eroico che mio padre, come nuovo Abramo, salì per tre volte la montagna del Carmelo per immolare a Dio quanto aveva di più caro. Furono dapprima le due più grandi, poi la terza delle sue figlie, su consiglio del suo direttore e condotta dal nostro incomparabile padre, fece prova presso un convento della Visitazione (il Buon Dio si accontentò dell’accettazione: più tardi ritornò nel mondo, vivendovi come se fosse in convento).

All’eletto di Dio non restavano che due figlie, una di 18 e l’altra di 14 anni. Quest’ultima, “la piccola Teresa”, gli chiese di spiccare il volo verso il Carmelo, cosa che ottenne senza difficoltà dal suo buon Papà, che spinse la sua condiscendenza fino a condurla dapprima a Bajeux, in seguito a Roma, per togliere gli ostacoli che ritardavano l’immolazione di colei che chiamava la sua regina.


Quando l’ebbe condotta al porto, disse all’unica figlia che gli restava: “Se vuoi seguire l’esempio delle tue sorelle, ti do il mio consenso: non preoccuparti di me”. L’angelo che doveva sostenere la vecchiaia di un tal santo gli rispose che sarebbe corsa anche lei in convento dopo la sua partenza per il Cielo, e questo riempì di gioia colui che viveva per Dio solo. Ma una vita così bella doveva essere coronata da una prova adeguata.
Poco dopo la mia partenza, il padre che a buon diritto amavo teneramente fu preso da un attacco di paralisi alle gambe, che si ripetè parecchie volte. Ma la prova non poteva fermarsi lì, sarebbe stata troppo lieve, giacchè l’eroico patriarca si era offerto a Dio come vittima. E così la paralisi, mutando il suo corso, si fissò nel capo venerabile della vittima che il Signore aveva accettato…”.(LT 261)

Dopo l’entrata di Teresa al Carmelo abbiamo una testimonianza di Sr. Genoveffa (Celina), che svela le vere intenzioni di Luis Martin: “Durante il mese di maggio 1888, si recò al Alençon e in una antica chiesa parrocchiale, rammentando i suoi ricordi passati, ebbe un’ispirazione, che, ritornando presso le sue Carmelitane in una visita al Carmelo espresse: “Figlie mie, io sono di ritorno da Alençon dove ho ricevuto nella chiesa di Notre Dame, grandi grazie e tante consolazioni e ho fatto questa preghiera: “Mio Dio, così è troppo! Sì, sono troppo felice, non è possibile andare in cielo in questa maniera, io voglio soffrire qualcosa per Voi! E io mi sono offerto…” Teresa dirà “che non proferì la parola “vittima”, non osò pronunciarla davanti a noi, ma noi avevamo compreso!”

La consumazione dell’offerta di Louis Martin, misteriosamente intravista da Teresa all’età di sei o sette anni, la apre alla conoscenza affettiva del Mistero del Volto Santo.


a) “b) Il Noviziato”


E’ al Carmelo”, racconta Madre Agnese, “al momento delle nostre grandi prove relative alla malattia cerebrale di nostro padre, che Teresa si unisce al mistero della Passione. E’ in quel periodo che ottiene d’aggiungere al suo nome quello del Volto Santo”.

10 gennaio 1888 - Teresa novizia




La corrispondenza, specialmente con Celina e le altre sorelle testimoniano il suo stato d’animo. A motivo dell’aggravarsi del padre viene rinviata la Vestizione e Velazione, fissata finalmente per il 10 gennaio 1889.


Durante il Ritiro di preparazione, il tema della sofferenza e dell’aridità riemergono spesso: “Conosco un’altra sorgente, è quella presso la quale dopo aver bevuto si ha ancora sete, ma si tratta di una sete che non tormenta, anzi, al contrario è molto dolce, perché ha di chè appagare: questa sorgente è la sofferenza conosciuta da Gesù solo!…” (LT 75) “ la felicità… la felicità è solo nella sofferenza e nella sofferenza senza alcuna consolazione…(LT 76)”, “Come ho sete del cielo, là dove si amerà Gesù senza riserve! Ma è necessario soffrire e piangere per giungervi…ebbene! Io voglio soffrire tutto quello che piacerà a Gesù, lasciare che Egli faccia quel che vuole della sua pallina”. (LT 79)

E’ proprio allora, che per la prima volta Suor Teresa si firma: “Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo”: è il 10 gennaio 1889, giorno della sua Vestizione; lei ha già bevuto al calice della sofferenza a motivo della malattia mentale del padre, aggravatasi già negli ultimi mesi del 1888, benchè non ancora all’ultimo stadio.

Questa grande sofferenza e angoscia traspare nella scelta del suo nome in religione, nel volersi unire definitivamente al mistero del Volto sofferente e doloroso di Gesù.

La grande prova certo segna i primi passi di Teresa al Carmelo: “Le illusioni, il buon Dio mi ha fatto la grazia di non averne NESSUNA, entrando al Carmelo: ho avuto la vita religiosa tale quale me l’ero immaginata, nessun sacrificio mi sorprese, eppure lei lo sa, Madre diletta, i miei primi passi hanno incontrato più spine che rose!… Sì, la sofferenza mi ha teso le braccia e io mi ci sono gettata con amore.” (Ms A 69 v°)




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