Sposa e madre
Teresa diviene ora donna; da un’adolescenza gravata d’infantilismo accede alla maternità spirituale. In lei è nato un desiderio appassionato: accogliere, portare e donare la vita, generare delle anime a Dio unendosi misticamente a Gesù, nella comunione amorosa della sua Pasqua.
La più forte dimostrazione di questa sua trasformazione interiore si realizza nella maternità spirituale verso Henri Pranzini, “suo primo figlio.”
Con raro fervore, pregherà per lui, “offrendo al buon Dio tutti i meriti infiniti di Nostro Signore, i tesori della Santa Chiesa…”(Ms A 46 r°). Il segno della sua conversione, chiesto e ottenuto da Teresa, fu la “realizzazione pratica” della grazia di Natale, che Gesù le aveva fatto per attirarla a pregare per i peccatori, come lei ci riferisce:
“Non era forse davanti alle piaghe di Gesù, vedendo colare il suo sangue Divino che la sete delle anime era entrata nel mio cuore? Volevo dar loro da bere quel sangue immacolato che doveva purificarle dalle loro sozzure e le labbra del “mio primo figlio” andarono a incollarsi sulle sacre piaghe!”(Ms A 46 v°).
La sofferenza di cui Teresa s’innamorò nelle sue prime comunioni eucaristiche, prende ora chiaramente la forma della Croce redentrice di Gesù: le “sue piaghe sante” sono la sorgente di vita che salvano i peccatori purificandoli dei loro peccati.
Nel medesimo tempo, attraverso l’offerta di queste anime salvate in virtù del sangue di Gesù, sangue raccolto, poi misticamente sparso su di loro, Teresa disseta la sete d’amore di Gesù:
“Ah! dopo questa grazia unica, il mio desiderio di salvare le anime crebbe ogni giorno di più, mi sembrava sentire Gesù dirmi come alla samaritana: “Dammi da bere”. Era un vero scambio d’amore; alle anime davo il sangue di Gesù, a Gesù offrivo quelle stesse anime rinfrescate dalla sua rugiada Divina, così mi sembrava di dissetarlo e più gli davo da bere, più la sete della mia povera anima aumentava ed era questa sete ardente che Egli mi dava come la più deliziosa bevanda del suo amore…” (Ms A 46 v°).
Lei diviene veramente sposa di Gesù, le cui nozze sono sigillate nel sangue, nella passione, nella Croce dello Sposo. Il primo frutto di questo evento nuziale è la maternità spirituale della sposa di Gesù. A partire da questo giorno, Teresa diviene contemporanea del crocifisso entra in empatia con la passione di Gesù, vibra tutta della sua sete di salvezza.
La fiamma della salvezza evangelica portata da Gesù è accesa in lei ed è divorata da tale zelo. Durante l’estate 1887, Teresa “vuole amare, amare Gesù con passione, dargli mille segni d’amore mentre ancora lo poteva…”(Ms A 47 v°).
Da allora, è innestata sull’albero della vita, la croce di Gesù. Bisognerà conoscere le “bellezze nascoste”, quelle del Messia sofferente e il suo “Volto bello di pianto”. La provvidenza divina si servirà di contingenze dolorose della vita per introdurre Teresa alle profondità del mistero pasquale, alla “rassomiglianza del Servo sofferente”.
Il primo maggio del medesimo anno, Louis Martin conoscerà un primo attacco di paralisi. L’anno seguente, poco dopo la sua entrata al Carmelo, Teresa sarà, assieme alle altre sorelle, testimone impotente del crollo mentale del padre.
E’ in questo dramma familiare che la santa scoprirà i tratti, il Volto del Mistero che l’attira da sempre; con tutto il fervore di una personalità rinnovata dalla grazia di Natale, e “eccitata” nel suo zelo per la salvezza delle anime, accoglie Pranzini, come suo “primo Figlio”.