Stemma di Sr Teresa del Volto Santo
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Il manoscritto A, si chiude con due stemmi disegnati da Teresa, databili quindi nei primi giorni del 1896, poco prima della sua entrata nella prova della fede. Ci soffermiamo in modo speciale sul primo perché lo possiamo considerare la realizzazione del suo nome nell’arte pittorica.
Questa sua creazione esprime anche il fondo della sua anima, piena e traboccante di Gesù “solo e unico amico”, contemplato nella sua interezza. Qui sono contenuti i simboli della sofferenza più cruda e della fiducia totale che segnano l’ultima parte della sua vita di completa configurazione a Gesù.
Negli stemmi rileviamo solo il nostro motivo di interesse, tralasciandone la pura descrizione. Il primo blasone racchiude i misteri della kenosis di Gesù: l’Incarnazione, nell’ immagine di Gesù Bambino; la Passione e Morte, nell’immagine del Volto Santo; infine l’Eucaristia, nel ramo di vite che si prolunga con il grappolo d’uva fino al viso di Gesù Bambino e al Volto Santo, particolarmente caro a S. Teresa. In conformità a quanto detto finora, Gesù si presenta a Teresa contemporaneamente come Bambino di Betlemme e come Crocifisso del Golgota, gioioso e doloroso, fonte di dolcezza e di amarezza.
Il Bambino Gesù è la prima figura che subito risalta all’occhio nello stemma di sinistra, e occupa la maggior parte dello spazio; subito sopra, l’immagine del Volto Santo assieme alla vite che fa da cornice e distinzione tra i due soggetti. Lo stemma dunque, rispecchia la sintesi del nome di Teresa assunto all’entrata al Carmelo.
In questa maniera anche nei suoi stemmi lei vuole trasmetterci il messaggio di Gesù tutto intero, partendo proprio dal momento della sua Infanzia. Fu proprio l’Infanzia di Gesù ad assorbire la drammatica e complicata infanzia di Teresa; sarà tale Infanzia a gestire tutto il cammino di adultezza che le è destinato. Questa assimilazione, lo ricordiamo, ha le sue radici nella grazia del Natale 1886. Gesù in quella notte, travasa la sua Infanzia nell’animo della piccola Teresa; lei si lascerà assorbire dall’Infanzia di Gesù penetrando i significati più profondi di questo mistero.
Tale mistero è soprattutto una dipendenza relazionale ontologica di Gesù con il Padre, che non verrà mai meno, in quanto è eterna.
La vicenda terrena di Gesù sarà l’ostensione nel tempo di questa intatta e divina filialità: da Betlemme al Sepolcro. Il Bambino di Betlemme nel suo essere più intimo resterà, sotto i nostri occhi, sempre lo stesso: dalla culla di Betlemme, alla Croce; dalla culla del sepolcro, all’Eucaristia. Egli è il Bambino Eterno del Padre. Teresa sarà la Bambina del Padre per la sua sempre più profonda dipendenza dal Buon Dio. Teresa sembra dirci: la vita dell’uomo e la sua felicità risiedono nella fiducia filiale in Dio, attraverso la conformazione mistica al suo Figlio unico. Divenire sempre più piccoli, significa diventare sempre “di più figli nel Figlio”, per abbandonarci al movimento kenotico del suo amore misericordioso.
L’itinerario che Teresa compie è nuovo nella sua modalità: un itinerario che la conduce a comprendere e ripercorrere tutta intera l’Infanzia di Gesù che culmina sulla Croce.
Lo stemma di Teresa, dipinge questo cammino: il mistero pasquale di Gesù attualizzato nella sua esperienza mistica.
L’intreccio degli avvenimenti e delle esperienze conducono la Santa a scendere sempre più in profondità nel mistero dell’abbassamento fino “all’abbandono completo nelle braccia del Padre Misericordioso”. (Ms C 36 v°) Il Volto Santo di Gesù è lo “specchio di come Lui ci ama”,(LT 87) è una luce accesa eternamente per dichiararci il suo Amore.